Elezioni 2022: poche idee sull’auto

Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022,  ma il settore auto continua a essere praticamente ignorato dai vari partiti in corsa.

Il settore automotive, è bene ricordarlo, che vale il 5% del Pil ed è dunque uno dei pilastri sul quale si poggia l’economia italiana. Le quattro ruote danno lavoro a più di 1 milione di persone, generando un fatturato che supera i 90 miliardi di euro l’anno.

Numeri importanti, che però non sembrano aver guidato i partiti e le coalizioni principali in vista delle elezioni del 25 settembre. Questo è quello che emerge confrontando le decine di pagine scritte nei programmi, da cui emergono poche idee e parecchio confuse. Le idee sulla mobilità, sui trasporti e sulle infrastrutture in senso ampio sono incluse nei discorsi e nei programmi dei nostri politici. Andiamo a vedere nel dettaglio le idee delle forze in campo, seguendo l’ordine alfabetico.

 

Centrodestra

Andando a leggere il programma dal centrodestra unito, che vede insieme Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, diciamo sin da subito che nel programma la parola “auto” non compare mai. L’unica misura sul tema parla di “Incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico e promuovere e favorire politiche di mobilità urbana sostenibile”, quindi anche in questo caso il discorso è più legato alla mobilità e ai trasporti in generale.

È perciò possibile che il centrodestra non abbia inserito l’automotive nel programma elettorale sia già  soddisfatto del lavoro svolto sotto il Governo Draghi e non ritenga necessario intervenire ancora, nonostante il partito di Giorgia Meloni non faccia parte dell’esecutivo.

Ci sono poi alcuni impegni su ammodernamento delle infrastrutture e realizzazione delle grandi opere, oltre che sul “pieno utilizzo delle risorse del PNRR“, dove sono previsti 21.255 punti di ricarica per auto elettriche.

 

Movimento 5 Stelle

Qualche progetto in più si trova nel programma del Movimento 5 Stelle. Mancano però indicazioni precise, perché si parla genericamente di “riconversione del parco auto privato” e di altre misure per rendere i trasporti più sostenibili.

  • Infrastrutture interconnesse e mobilità intermodale sicura, manutenzione ordinaria e straordinaria garantita, riduzione del gap infrastrutturale tra i territori;
  • “Smart road” e utilizzo agevolato dei mezzi ad alimentazione elettrica, a idrogeno e a combustibili alternativi originati da fonti rinnovabili;
  • Riduzione delle emissioni dei gas climalteranti attraverso la riconversione del parco auto privato circolante;
  • Progetto mediterraneo – Istituzione di una cabina di regia per promuovere il miglioramento del sistema di interconnessioni tra porti, reti stradali e ferroviarie.

 

Partito democratico

Il Partito Democratico si pone due obiettivi: il primo  è la “progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente e l’adeguamento – a parità di gettito – delle strutture e delle aliquote della tassazione indiretta, in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, nonché del bollo auto, in funzione degli obiettivi di progressivo azzeramento delle emissioni di CO2″.

Sembrerebbe quindi che, in caso di vittoria, il Pd ridurrebbe il costo del bollo auto per alcuni automobilisti e lo aumenterebbe per altri, così da rispettare la “parità di gettito”. Poco chiaro è anche l’altro target del centrosinistra:

“Vogliamo incentivare l’installazione di almeno 100.000 colonnine elettriche e di 30.000 punti di ricarica rapida entro il 2027 e lo sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio di energia lungo le autostrade e la rete viaria principale e secondaria”.

Passando al resto della mobilità, fanno capolino investimenti in infrastrutture, messa in sicurezza di ponti, viadotti e gallerie, sviluppo della mobilità ciclabile e pedonale in città e sostituzione dei mezzi pubblici di trasporto con veicoli ibridi o a zero emissioni.

Ma poi, soprattutto, trasporto pubblico locale gratis per giovani e anziani, oltre che per famiglie a medio e basso reddito costrette al tragitto casa-scuola.

Terzo polo

Il programma del tandem Calenda-Renzi, ormai alla storia come il Terzo Polo di Azione e Italia viva, mira ad aumentare genericamente, senza parlare di numeri, gli incentivi per auto elettriche e ibride plug-in e installare i punti di ricarica. Nessuna cifra a corredo delle promesse.

Si punta poi, per quanto riguarda la mobilità in senso lato, a “diminuire l’uso di mezzi privati inquinanti”, grazie a più metropolitane, tramvie e al rinnovo del parco : operazione che avrà un costo di 1 miliardo di euro l’anno. Inoltre si parla di rinnovare il parco di autobus (5 miliardi in 3 anni) e dei treni (2 miliardi di euro) e aumentare car e bike sharing.