Come ricaricare un’auto elettrica

Come ricaricare un'auto elettrica

Le auto elettriche sono ormai diventate una realtà nel mercato automobilistico. Non a caso le novità nel settore per il 2021 vanno quasi a superare in quantità quelle del mercato delle auto “classiche”. Di fatti ormai ogni casa automobilistica propone almeno una vettura elettrica o ibrida.

Acquistare una vettura di questo tipo comporta investimenti maggiori rispetto a quelli di un’auto con motore a combustione, ma i vantaggi che offre nel lungo periodo sono innegabili. Soprattutto per quanto riguarda la tutela dell’ambiente.

Dal punto di vista pratico, come ricaricare un’auto elettrica? Vediamoli insieme nel dettaglio i due modi disponibili.

Quale tipo di corrente è necessaria?

I tempi di ricarica di una macchina elettrica dipendono sostanzialmente da due fattori: la capacità della batteria e la potenza della modalità di ricarica. Quindi non esiste uno standard per tutte le vetture di questo tipo. Una costante, però, c’è ed è il tipo di corrente necessario al loro funzionamento: parliamo della corrente continua.

Modalità di ricarica: presa elettrica domestica e wallbox

Proprio come accade per gli smartphone, anche l’auto elettrica può essere ricaricata tramite le prese di casa, collocate nel box auto. Tra le mura domestiche il tipo di corrente che viene erogato è solo quello di tipo alternato. Ciò significa che sarà il trasformatore dell’auto a convertire la corrente alternata in corrente continua.

Un aspetto importante di cui tener conto è che la potenza dei contatori domestici non è molto elevata, perciò i tempi di ricarica a casa saranno più lunghi. Se si predilige questo tipo di ricarica, si consiglia di sfruttare le ore notturne, quando la rete è meno sovraccaricata.

Per la ricarica domestica esistono due tipi di cavo: la spina Shuko (modello classico molto diffuso) e la spina Mennekes o di tipo 2 (che ha il vantaggio di sostenere carichi di corrente più importanti).

Esiste però un modo per potenziare la ricarica domestica. Oltre alle prese classiche, la ricarica casalinga può avvenire anche tramite wallbox. Si tratta di un dispositivo molto utile nel caso in cui si decida di aumentare la potenza della rete domestica. Il wallbox viene collocato dove si trova la presa e in pratica va a sostituirla. Questo sistema garantisce una carica più sicura e rapida, ma permette anche di modulare la quantità di energia elettrica da destinare al resto della casa (ad esempio per l’utilizzo degli elettrodomestici).

Modalità di ricarica: colonnine di ricarica

In alternativa alla ricarica domestica ci si può affidare a quella fornita dalle colonnine di ricarica presenti sul territorio nazionale.

Ne esistono diversi tipi, classificabili in base alla potenza:

  • 3/6 kW (molto simile a quella fornite dalle reti domestiche);
  • 22/25 kW;
  • 44/50 kW;
  • 150 kW (molto potente, ma attualmente utilizzabile solo dalle vetture Tesla).

Le tipologie di ricarica messe a disposizione dalle colonnine sono due: a corrente alternata (come quella domestica, che presuppone tempi più lunghi) e a corrente continua (molto rapida, perché la corrente non deve passare tramite l’alternatore, ma è già pronta per l’utilizzo).

È importante specificare che le colonnine a corrente continua per funzionare al meglio necessitano di un cavo specifico, il cavo CSS (Combined Charged System). Infatti utilizzando un cavo Mennekes/di tipo 2, i tempi di ricarica saranno molto più lunghi, anche se la potenza della colonnina presso cui ci si sta rifornendo è elevata. Ormai, però, tutte le case automobilistiche stanno adattando i loro cavi al sistema CSS.

Quali sono i vantaggi?

Indubbiamente entrambe le modalità di ricarica – domestica e tramite colonnine – presentano vantaggi e svantaggi. La prima è un’alternativa molto pratica, ma condizionata dalla potenza limitata della carica di casa (a meno che si opti per l’installazione di un wallbox, che ne implementa la potenza). Nel secondo caso si tratta di un metodo più rapido (in particolare presso le colonnine con potenza tra i 22 e i 50 kW), che tuttavia è viziato dalla scarsa presenza dei dispositivi stessi sul territorio nazionale. Inoltre la ricerca delle colonnine è al momento poco pratica, perché non esiste una mappatura unificata; una buona soluzione in fase di ricerca è il sito di Enel, che ad oggi è il maggior fornitore in Italia per quanto riguarda il caricamento delle auto elettriche.

La presenza delle colonnine pubbliche è comunque destinata ad essere sempre più fitta, dal momento che il mercato delle auto elettriche sta diventando più consistente e affollato e la sensibilità degli automobilisti alle tematiche green cresce con costanza.