Si torna a parlare dell’iniqua tassa sulle auto sportive, ovvero il tanto odiato superbollo. Già nel passato molte forze politiche avevano proposto l’abolizione di questa tassa che dal 2012 ha praticamente azzerato il mercato delle auto sportive in Italia.
Il superbollo è una tassa, inizialmente introdotta dal Governo Berlusconi per i veicoli con potenza superiore ai 225 Kw, ma successivamente portata agli attuali 185 Kw dal Governo Monti. Un importante principio riguardante il cosiddetto superbollo riguarda l’esenzione: l’addizionale, infatti, non è dovuta nei casi in cui il veicolo sia esentato dal bollo ordinario. Si applicano al superbollo, quindi, le esenzioni previste, per esempio, per i veicoli storici o per furto, demolizione, eccetera.
L’importo dell’addizionale erariale è pari a 20 euro/kw per ogni kw al di sopra della soglia di 185. Tale importo, però, diminuisce all’aumentare dell’anzianità dell’auto in base al seguente schema:
– 12 euro/kw dopo cinque anni dalla data di costruzione (che salvo prova contraria coincide con la data di immatricolazione)
– 6 euro/kw dopo dieci anni dalla data di costruzione
– 3 euro/kw dopo 15 anni dalla data di costruzione
– 0 dopo 20 anni dalla data di costruzione.
Sono le auto che superano i 252 Cv che rientrano nella categoria di auto che paga la supertassa annua, tassa presente solo in Italia che penalizza fortemente il mercato auto. Spesso molti modelli oltre i 250 cv dopo una decina di anni di vita hanno valori da utilitaria pur continuando a pagare la supertassa. Una tassa che oltre a colpire duramente il mercato auto, colpisce soprattutto gli appassionati costretti a evitare determinate auto, causa elevati costi di gestione. Auto particolarmente penalizzante, appartenenti ad una fascia di veicoli che non è necessariamente sinonimo di lusso.
II superbollo è da sempre al centro di numerosi dibattiti. Soprattutto perchè potrebbe apparentemente sembrare una tassa di lusso, ma di fatto non è così; infatti il valore economico di una vettura non è determinato prevalentemente dai cavalli. Ad esempio ci sono auto che costano 100.000 euro e hanno meno di 250 CV e auto che costano 45.000 euro pur avendo 450 CV. Dov’è l’equità? Inoltre gli introiti derivanti dal Superbollo non hanno mai premiato l’introduzione di questa tassa, che oggi equivale solo allo 0,01% delle entrate dello stato.
I benefici dell’abolizione del superbollo sarebbero molteplici, ma il principale sarebbe un sicuro incremento del mercato dell’auto, nello specifico del del segmento delle auto sportive.
Un emendamento per la soppressione dell’addizionale erariale è stato presentato da alcuni senatori. È durata solo pochi giorni la speranza di milioni di cittadini per l’abolizione del superbollo auto: l’emendamento è stato infatti respinto nella giornata di lunedì 29 novembre dalle commissioni riunite di Finanza e Lavoro del Senato, impegnate nell’esame del cosiddetto decreto fiscale.
Ad oggi tutto rimane com’è, con le auto di potenza superiore ai 185 kW (252 Cv) che restano soggette alla tassazione di 20 euro per ogni kW eccedente la soglia.
A 10 anni dalla sua introduzione, si può dire senza tema di smentita che la misura del superbollo ha mostrato chiari limiti, riconosciuti quasi all’unanimità, perché a fronte di un gettito, come detto, molto modesto ha azzoppato il mercato delle auto sportive che garantiva notevoli introiti allo Stato sotto forma di IVA, IPT, bollo, accise sui carburanti e IVA sulla manutenzione. In pratica più che ‘dare’ ha ‘tolto’.
A pochi giorni dalla proposta di legge respinta, rispunta in Senato una nuova proposta di abolizione del superbollo. L’emendamento, identico a quello di alcuni giorni fa, sarà esaminato in futuro quando la partita sulla legge di bilancio sarà più concreta. Una notizia che fa ben sperare per l’anno nuovo, sperando che il superbollo venga abolito definitivamente.
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