La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ha dato il via agli ecobonus e sin da subito si temeva un intenso “click day” con esaurimento dei fondi per le vetture nella classe di emissioni 61-135 g/km. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM sugli incentivi auto gli interessati potevano già recarsi in concessionaria per sottoscrivere il contratto di acquisto del veicolo (o confermare i pre-contratti stipulati nelle scorse settimane).
Da ieri, i rivenditori hanno formalmente potuto prenotare i contributi tramite l’apposita piattaforma del Ministero dello Sviluppo Economico, dopodiché avranno 180 giorni di tempo per confermare l’operazione comunicando il numero di targa del mezzo acquistato con il bonus statale. Una circolare del MISE recante comunicazioni operative sugli incentivi ha specificato che al momento della prenotazione, allo scopo di accertare la sussistenza dei requisiti previsti per la concessione dei contributi, sarà obbligatorio riportare alcune informazioni mediante moduli compilati e sottoscritti dagli acquirenti e inseriti sulla piattaforma dai rivenditori. Questi moduli, si dovranno dunque consegnare in concessionaria alla firma del contratto.
Oltre 93 milioni di euro bruciati in poche ore. Più che dimezzata la quantità di risorse a disposizione per l’acquisto di auto con motore tradizionale a basse emissioni. Non appena alle 10 si è riaperta la piattaforma del ministero dello Sviluppo Economico per prenotare gli incentivi per l’acquisto di veicoli, il ‘tesoretto’ per avere uno sconto sul prezzo di auto a benzina e diesel con emissione di CO2 tra 61 e 135 g/km (2 mila euro solo con rottamazione di una vettura pre-Euro 5), è progressivamente calato.
Gli incentivi si attendevano ormai da due mesi e i concessionari hanno tenuto i contratti fermi. In poche ore si è quindi scaricato sulla piattaforma quello che è rimasto in stand-by per troppo tempo. E più di 50 mila veicoli a benzina e diesel sono stati, di fatto, venduti. Anche se il tutto si dovrà realizzare nel giro di 180 giorni. Per essere valido il bonus il veicolo deve essere immatricolato nel giro di sei mesi. Altra questione che il Mise deve risolvere, ma il ministro Giorgetti ha promesso una proroga dei tempi.
Esauriti anche i fondi per i ciclomotori e i motocicli non elettrici. In poche ore 10 milioni di euro sono stati spesi. Dopo le 17 rimanevano 43 euro. Per le due ruote elettriche (15 milioni stanziati) ne rimangono ancora più di 10 milioni.
Così come anche sul fronte delle quattro ruote elettriche e plug-in la disponibilità di risorse è ancora buona: 195 milioni per l’elettrico puro a fronte di 220 milioni e 207 milioni per le ibride plug-in a fronte di 225 milioni. In questo particolare segmento il contributo, per i veicoli alimentati solo con la spina, oscilla da 3 mila euro senza rottamazione a 5 mila con rottamazione, mentre per le plug-in, da 2 mila a 4 mila. Tetti di spesa? 35 mila euro più Iva per i veicoli Bev, 45 mila più Iva per le plug-in.
Visto il trend gli esperti credono che, anche se quello di oggi è un picco dettato dalle prenotazioni, ben presto i contributi per i motori tradizionali a basse emissioni termineranno.
Riepiloghiamo brevemente tutti i dettagli sugli incentivi auto. Per ognuno degli anni 2022, 2023 e 2024 (ma l’Ecobonus ci sarà fino al 2030) sono stati stanziati 650 milioni di euro così ripartiti:
LE CATEGORIE 0-20 E 21-60 G/KM – Gli incentivi saranno, come di consueto, suddivisi in “soglie” di emissioni, calcolate in grammi di CO2 su km. Per i veicoli elettrici, che quindi rientrano nella fascia 0-20 g/km, il decreto prevede 230 milioni nel 2023. Il contributo complessivo è di 5.000 euro erogabile in caso di rottamazione di un veicolo di classe inferiore a Euro 5 (3.000 il contributo senza rottamazione). Il prezzo massimo del veicolo deve essere uguale o inferiore a 35.000 euro (a cui va aggiunta l’IVA). Per i veicoli che rientrano nella fascia di emissione 21-60 g/km, quindi le ibride plug-in, il decreto prevede una soglia di prezzo massima di 45.000 euro (a cui va aggiunta l’IVA), e un contributo di 4.000 euro in caso di rottamazione di un veicolo di classe inferiore a Euro 5 (2.000 senza veicolo da rottamare). In questo caso la copertura è di 235 milioni nel 2023.
LA CATEGORIA 61-135 G/KM – Infine, per i veicoli che rientrano nella classe di emissione 61-135 g/km, quindi le auto diesel e benzina euro 6, comprese quelle ibride “full” e ibride leggere, ma anche a metano e Gpl, è previsto un contributo massimo di 2.000 euro erogabile solo in caso di rottamazione di un mezzo di classe inferiore a Euro 5. Il prezzo massimo del veicolo è di 35.000 euro (a cui va aggiunta l’IVA). La copertura finanziaria per i veicoli appartenenti a questa classe di emissione è di 170 milioni di euro. In virtù di questa copertura finanziaria, è probabile che questi 170 milioni di euro durino poche settimane.
TENERE ALMENO UN ANNO – Da precisare che compratore deve tenere per almeno un anno l’auto comprata con gli incentivi e che, in caso di rottamazioni di un veicolo, questo deve essere intestato all’utente da almeno 12 mesi.
PER IL TRIENNIO – Gli incentivi finiranno il 31 dicembre, tuttavia il decreto del governo disciplina i contributi per un intero triennio (2022-2024), con le seguenti coperture: per i veicoli elettrici, che quindi rientrano nella fascia 0-20 g/km, il decreto prevede 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024; per le auto che ricadono nella fascia di emissione 21-60 g/km, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.
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